Cronache da Monterosso – Sciachetrail 2018

Scendendo a Monte Rosso dalle colline adiacenti, l’aria che si respira è molto rilassata. La vista del mare, la vegetazione mediterranea e la brezza salina ti trasportano in una dimensione di vacanza. Girovagando per le strette vie del paese, la gente del posto saluta timidamente i numerosi runners stranieri arrivati da tutto il mondo per lo Sciacche Trail.

La gara è una delle prime del calendario trail; parte ed arriva a Monte Rosso al Mare, si snoda per le colline liguri passando per i cinque paesini della famosa località turistica (Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore). Conta quasi 50 chilometri per più di 2600 metri di dislivello positivo.

Quest’anno il gruppo di americani che partecipa ogni anno, è arrivato con da due “pezzi grossi” che fin da subito attirano l’attenzione di tutti: la leggenda e ambassador La Sportiva Anton Kupricka, in tournée in Italia, e la new entry del team LaSpo Clare Gallagher, forte trail runner, già vincitrice di numerose gare di prestigio.

Sebbene l’evento sia alla sua quarta edizione, in pochi anni, grazie alla passione degli organizzatori e dei volontari locali, la gara si è già ritagliata un posto tra le classiche di inizio stagione. Basti pensare che all’apertura delle iscrizioni, qualche mese fa, i 250 pettorali sono andati a ruba in pochi giorni e, l’unica speranza per i ritardatari, era il ripescaggio dalla lista d’attesa.

I tre giorni di festa, sono iniziati venerdì pomeriggio con il briefing dettagliato del percorso e il ritiro dei pettorali. Subito dopo per i partecipanti era stata organizzata una degustazione dello Sciacchetrà, il passito che dà il nome alla gara. Non so quanto gli americani, ospiti dell’evento, abbiano potuto capire sui tipi di uva e i tempi di fermentazione, ma apprezzavano di buon gusto il refill del bicchiere da parte del sommelier.

La mattina di sabato, la temperatura era parecchio fredda, penso fosse intorno ai 10 gradi. Anche in Liguria l’inverno è stato lungo e rigido. Nonostante ciò, alle 7.30 ero sulla linea di partenza lungomare assieme agli altri corridori. Le Bushido era ben allacciate e pronte per tornare a correre sulla “via del samurai”.

Il percorso ad anello si snoda verso nord. Dopo il breve tratto di lungomare si sale sul promontorio di Punta Mesco, una salita abbastanza ripida che fa subito un po’ di selezione. Sul saliscendi single track che segue e che porta al Colle di Gritta, sento “Hey Fransisco!” alzo lo sguardo da terra e mi trovo Krupicka lungo il sentiero, in veste di tifoso, a scattare foto ed applaudire i corridori. A fine gara, mi hanno detto che alcuni addirittura si fermavano per scattarsi un selfie.

Preso un nuovo single track, questa volta in direzione sud, si corre sull’Alta via delle Cinque Terre, nella macchia mediterranea e con un’incredibile vista sul mare. Si passa per alcuni luoghi simbolo come il Santuario di Nostra Signora, Monte Malpertuso (la cima “Coppi”) e il Monte Capri. Il “giro di boa” è al Colle del Telegrafo, intorno al 26° kilometro, dove passo assieme ai primi due italiani e un americano.

Durante la lunga discesa verso Manarola mi distraggo quanto basta per inciamparmi e cadere. Salto in piedi, cerco di capire se sono tutto a posto e mi metto ad inseguire i primi. Arrivati a Manarola, inizia la gara. I ripidi scalini che salgono i vigneti, mettono a dura prova le gambe che hanno già corso 30 km. Il sole è ormai alto e comincia a fare caldo. “Go! Go! Fransisco” questa volta riconosco la voce, alzo la testa e vedo i capelli lunghi incolti e la barba del guru. Quando gli passo di fianco, mi dà una pacca sulla spalla che quasi mi fa cadere. Anton si era spostato con il trenino che collega i paesi, per vedere i vari passaggi della gara.

La gara continua inesorabilmente su e giù per i sentieri e gli scalini ripidi della costa. Passando per i piccoli paesini si ha il tempo di rifiatare e rinfrescarsi un po’ai ristori. I paesani lungo il percorso, applaudono e tifano calorosamente i concorrenti di passaggio.

Sono arrivato a Vernazza, mancano solo 3 km all’arrivo. Nonostante la stanchezza, mi rendo conto della bellezza del piccolo borgo: il colore vivace delle case, le strette vie e i canali d’acqua mi ricordano Venezia. Qui trovo un amico che è venuto a vedere il passaggio della gara. Ha una borraccia d’acqua, me ne butta un po’ in testa e sul gomito dove ho una sbucciatura. Mi incita a ripartire. Accelero convinto a voler finire il prima possibile, ma poco dopo ridimensiono subito il passo.

Gli ultimi duecento metri di discesa verso l’arrivo sono di pura soddisfazione e felicità. Taglio il traguardo settimo (con un paio di costole incrinate) e subito ritrovo gli amici e compagni di trasferta. Mi chiedono com’è andata la gare e mi fanno un video. Farfuglio qualcosa che non ricordo.

Descrivere in poche righe quello che segue il sabato pomeriggio e la domenica, sarebbe riduttivo. Lo Sciacche Trail è la dimostrazione di come la passione per la propria terra possa essere condensata in un weekend di sport. Dal mercato con le tipicità locali, allo spirito di solidarietà che si percepisce parlando con i local, al pranzo dopo-gara con gli assaggi dei piatti delle Cinque Terre. Ogni piccolo dettaglio ha contribuito a rendere questo weekend unico e memorabile e penso che chiunque l’abbia vissuto, condivida il mio pensiero.

Al prossimo anno.

Franz

Francesco Trenti

Runner | trail runner | skimomountaineer | biker | Team La Sportiva | @lasportivagram

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