Francesco Puppinho Puppi racconta le sue “Impressioni dal Fletta Trail”
Dopo aver corso il PizTriVertikal del sabato, ho avuto la fortuna di essere spettatore, tifoso e fotografo improvvisato al Fletta Trail, storica gara di corsa in montagna sulle pendici del Piz Tri, a Malonno, alta valle Camonica.
Impressionante il gruppo degli atleti élite presenti alla gara, qualcosa di straordinario per il quale Alex Scolari ha lavorato moltissimo, corteggiando i mountain runners internazionali e radunando i migliori della specialità in Italia. Già dalla presentazione del sabato sera si avvertiva un’aura magica e vibrante che è durata per tutto il weekend di Malonno, regalando uno spettacolo di elevatissimo tasso tecnico, decisamente il migliore degli ultimi anni, segno che la specialità è costantemente in crescita e espansione.
Il primo passaggio a cui ho assistito è stato quello di Durna: dopo 3,5km di gara, poco prima del primo GPM di giornata, sulla prima salita importante del FlettaTrail. La prima impressione al passaggio dei primi è stata immediatamente di un ritmo elevatissimo: Petro Mamu in testa, Bernard Dematteis e Andrew Douglass staccati di pochi metri, o meglio attaccati con le unghie al folle ritmo impresso dal piccolo eritreo. Lo si percepiva chiaramente da quel piccolo spazio tra gli atleti, non in gruppo, vicini come quando si aspetta la mossa dell’avversario, ma leggermente spaziati, come se le forze non bastassero per ricucire quei buchi. Poco più indietro, Cesare Maestri, Julien Rancon, Robert Krupicka, Luca Cagnati e Emanuele Manzi sono apparsi in controllo, mentre Martin Dematteis accusava un distacco importante: una giornata difficile per the White Kenyan, come può capitare anche ad atleti fortissimi.
Tra le ragazze, il forcing di Sara Bottarelli è apparso molto efficace anche sulla salita dura: avversarie già staccate, con Alice Gaggi ad accusare un ritardo di almeno 20”, poi la slovena Lucija Krkoc, Elisa Desco in coppia con una sorprendente Gloria Giudici; poco più indietro Samantha Galassi, Arianna Oregioni e Ivana Iozzia, anche lei non in una delle sue giornate migliori, forse per le molte gare affrontate in stagione, forse per lo sforzo sostenuto il giorno prima nel Km Verticale.
Dopo aver corso un km con la macchina fotografica in mano alla massima velocità possibile diretto a Moscio, la prima discesa confermava le posizioni, senza cambiare di troppo la situazione. Molto più interessanti i passaggi a Loritto, sul lungo e velocissimo downhill che dal GPM di Prà del Bisso riporta nuovamente verso Malonno.
Mi sono sdraiato sull’erba accanto all’ampio sentiero per scattare qualche foto dal basso, sullo sfondo del Piz Tri e del cielo azzurro camuno. Si sentono il respiro e il rumore rapido dei passi, prima di vedere spuntare gli atleti dalla vegetazione.
Petro sempre più lanciato verso successo e record, ancora più incredibile del Vertical: un segnale inequivocabile anche in vista della Sierre – Zinal che correrà domenica prossima, senza nascondere il target al record di Jono – Jonathan Wyatt. Decisamente #dinamite. Le due unghie colorate di smalto rosa ce le spiegherà la prossima volta?
Andrew Douglass, secondo, conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – la classe dimostrata ad Arco di Trento (quarto posto) e con la vittoria nel Grand Prix WMRA del 2015: salita muscolare e discesa in spinta per lo scozzese di Edimburgo, con ottima impressione per i prossimi impegni (Skaala Opp – Norvegia, e ovviamente il mondiale di Sapareva Banya). Bravò Andrew, #pompage!
Berny, terzo poco distante da Douglass, mi è sembrato leggermente meno efficace della recente prova dei campionati italiani di Cortina d’Ampezzo, dove ha fatto il bello e il cattivo tempo: dominio assoluto sulla gara dall’inizo alla fine #dematteisproperty. Una prova ben lontana dall’essere opaca, sia chiaro: solo non straripante come dimostrato anche ad Arco, e il segnale che probabilmente serve anche a lui prendersi qualche giorno di recovery per poi risalire al top della condizione verso fine agosto. Poudzo #binnothecaptain 🙂
Cesare Maestri, il mio compagno di sfide, così diverso da me sia fisicamente che per attitudini nella corsa, è sempre spettacolare da osservare sull’up and down: per il tasso di Bolbeno quarto posto di spessore, non più una sorpresa come a Nasego, ma una solida certezza. L’atleta che più mi è piaciuto per fluidità di corsa nella discesa #iltassocambiapasso.
Robert Krupicka, quinto, è l’atleta intenazionale che meglio negli anni è riuscito a onorare la sua presenza a Malonno: gran tempo (1h30’39”) per il cecoslovacco, on the road to Zinal, condizione di forma invidiabile. #flettatrailambassador!
Seguono Julien Rancon, sesto, un monumento della corsa in montagna europea, sempre ai vertici nelle competizioni internazionali, il buon settimo posto di Luca Cagnati, l’ottavo dell’espertissimo Emanuele Manzi, che ritroveremo il prossimo weekend nella super classica del Vallese #solidstuff #nobullshit.
Elisa Desco e Sara Bottarelli sono transitate quasi appaiate, al contrario degli atleti maschi che le precedevano (pochi!): la prima leggermente in vantaggio, purtroppo leggermente condizionata da qualche problema fisico, la seconda in costante recupero ad ampie falcate, sorriso immancabile, agilità da vendere. #libellula.
Alice Gaggi, terza: da valutare in maniera totalmente positiva la sua gara. Per lei che deteneva il record del percorso un ulteriore miglioramento, ma chi se la aspettava una Sara così quest’anno? Non sbaglia nelle occasioni che contano (vedi il capolavoro di Arco 2016); questa sarà una tappa importante per il finale di stagione. #younailedit
Quarta Lucija Krkoc, quinta nel passaggio a Loritto Samantha Galassi: è bello vedere come non si sia persa d’animo nonostante i risultati non siano quelli del 2015, credo che questo possa essere un esempio importante per molti di noi, soprattutto per me #keepitupsami!
Per Gloria – Giudici – vorrei spendere due parole in più, avendo modo di vedere e seguire i suoi allenamenti da vicino. Non è stata una stagione semplice: quando nelle gare in cui speravi e riponevi molte aspettative non riesci nemmeno a divertirti, il morale precipita e possono sorgere dubbi sulla preparazione, paure, scoraggiamento. La sua principale qualità da quando la conosco credo sia la costanza, la resistenza nel protrarre uno sforzo fisico o un esercizio mentale nel tempo, a lungo e intensamente. L’efficacia dell’allenamento si è vista in salita: non ancora a suo agio al 100%, ma di sicuro il suo terreno migliore attualmente.
La tenacia l’ho osservata in discesa: una caduta, la fatica del rialzarsi, sporca di terra e con qualche botta, le gambe che riprendono a girare agilmente, le risalite aspre ma che non fanno paura, la posizione guadagnata nell’ultimo km per una quinta piazza finale. A volte l’allenamento pesa o può sembrare strano, magari con meno corsa del solito per far spazio alla bici e soprattutto a esercizi di potenziamento e core: servono molta costanza e resistenza anche in questo, di sicuro per lei più che nei lunghi per la maratona. Ma 4′ in meno sul tempo del 2015 non sono solo 240 freddi secondi di miglioramento, sono qualcosa su cui costruire e fiducia nelle proprie capacità, meraviglia dell’allenamento. #dajerita! ora viene il tuo momento!
Sono tornato insieme a lei verso l’arrivo, in tempo anche per scattare diverse foto e godermi l’arrivo del coach Tito che l’ha presa in spalletta #goatovergoat.
Menzione speciale: Peter Maksimow. Qui sarebbe davvero necessario aprire un capitolo a parte, e credo proprio che lo farò presto. Un personaggio indimenticabile #PeterKingOfStyle.
Eh niente, Malonno lascia sempre quella bella sensazione di voler rivivere, continuare qualcosa di importante, riprendere un filo, coltivare una emozione, quando nel tardo pomeriggio posi l’ultimo bicchiere di Bèpete e saluti tutti prima di tornare verso casa. Già solo ringraziare e salutare amici, volontari, tifosi, pubblico, organizzatori è diverso che nelle altre gare, non riesci ad andare via, si sente il bisogno di mantenere accesa quell’atmosfera #chenonfiniscemai
Il bello che ho dato: qualche scatto fotografico centrato nella discesa da Fletta, il bicchiere d’acqua passato a Petro, al ristoro, i due giorni con Peter, tra birra, trailrunning, calzini e plank challenges, le strette di mano e gli abbracci con gli amici e la gente di Malonno, la condivisione nata con Andrea e Francesco di Trailaddicted: è davvero #sharethetrail, grazie di essere venuti!
Il brutto che ho dato: un peto nel vertical, all’inizio (però non c’era nessuno dietro!), non essere riuscito ad aspettare fino all’ultimo all’arrivo, per fare le foto a tutti.
Da considerare: gli #hashtag, ritornare a correre il Fletta Trail, provare ad attaccare il record del PizTriVertikal, le interviste.
P.s: Skola, l’anno prossimo, il Petro, lascialo a casa! 😃
(joke!)
saluti,
Tutte le foto fatte del Fletta sono su Flickr 😉